UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - DIPARTIMENTO DI SCIENZE MUSICOLOGICHE E PALEOGRAFICO- FILOLOGICHE

Italian - ItalyEnglish (United Kingdom)

 

Conclusioni

Un tale uso delle canzoni consente di definire una prima differenza nel film musical in riferimento al comportamento verso la componente musi­cale. Sia One Touch of Venus che My Fair Lady nascono come musical teatrali, ma nel passaggio dal teatro allo schermo sono oggetto di una tra­sformazione: My Fair Lady è una trasposizione/adattamento (Hutcheon 2006; Cartmell-Whelehan 1999) eseguita dagli stessi autori del musical di Broadway, One Touch of Venus è un esempio di traduzione intersemiotica (Dusi 2003; Rutelli 2004) del musical originario. Entrambi ap­partengono al film musical, ma con alcune differenze in quanto in My Fair Lady la struttura teatrale composta dal percorso evolutivo della trama, dal ritmo, dai tempi e dalle pause del testo è riproposta nella nuova veste ci­nematografica, in One Touch of Venus l’uso della musica è slegato dall’originale teatrale, anzi ne propone una nuova lettura.

Sarebbe opportuno a questo punto definire con nuovi termini le prati­che differenti: si potrebbe definire l’uno, My Fair Lady, come film musical, l’altro One Touch of Venus, film musicale. Tuttavia, poiché la terminologia è ormai consolidata, un cambiamento potrebbe dare luogo a fraintendi­menti. È opportuno allora prestare attenzione all’uso della musica; poiché il discrimine fra film musical e film musicale è evanescente, eppure esiste: il film musicale ha una concezione formale musicale, in cui la musica non è di solo commento; il film musical è un musical su pellicola che quindi presenta l’alternanza di numeri chiusi, transizioni, quali ouverture, entr’acte, exit music e quella evoluzione della trama in tre fasi, esposizione – peripezia – cata­strofe (Happy End) (Miceli 2009), che caratterizza il musical teatrale.

La versione cinematografica di One Touch of Venus è una traduzione intersemiotica, quella di My Fair Lady un adattamento; adopero una simile classificazione in riferimento alla origine teatrale di entrambi i lavori. Ciò che determina l’uso dell’uno o dell’altro termine è la funzione della musica origi­nale: nel primo caso la musica è stata adoperata come collante nel passaggio dal linguaggio teatrale a quello cinematografico, nel secondo caso il musical teatrale è stato preso tel quel e adattato al linguaggio cinematografico.

Nel caso di My Fair Lady è stato possibile operare un adattamento, dato che l’opera s’inserisce in un filone consolidato di musical cinemato­grafici (Leitch 2007; Naremore 2000): essi si riferiscono a un’organizzazione drammaturgica e formale tradizionale, classica per questo genere. Per il loro lavoro Lerner e Loewe hanno dunque scelto una filiazione diretta dal Pygmalion di Shaw, senza allontanarsi troppo dall’antecedente letterario. Per One Touch of Venus, invece, il procedimento è stato diverso, anche perché è stato uno dei primi esempi di passaggio da Broadway a Hollywood. Comune ai due musical è il processo di appropriazione del testo-fonte, differenti sono i prodotti finali. Nella traduzione intersemiotica la musica svolge un ruolo differente, ri­spetto a quello che svolge nell’adattamento; in One Touch of Venus alla musica è affidato il compito di svolgere un ruolo importante nell’evoluzione narrativa. My Fair Lady non sfrutta le caratteristiche del contesto cinematografico: le strategie di impiego della musica sono molto simili a quelle che vengono messe in atto nel contesto teatrale; ciò ha un riflesso anche sulla fruizione. One Touch of Venus invece si colloca in un reale interstizio (Iser 2000) tra le forme d’arte: vi è una co­esione tra i diversi 'codici' anziché il prevalere di uno sull’altro. Ciascuno apporta la propria specificità, ma senza cercare alcuna forma di predominio. In tal modo s’innovano nuovamente le forme musicali, s’inserisce la musica elettronica, l’organizzazione del tempo musicale segue le specificità del montaggio audiovisivo.