UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - DIPARTIMENTO DI SCIENZE MUSICOLOGICHE E PALEOGRAFICO- FILOLOGICHE

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Markopoulos ha diviso la scena in due parti: la prima è incentrata sull’esaltazione dell’automobile; la seconda riguarda l’ossessione del successo e il desiderio di fuga. La cesura è rappresentata dall’inquadratura dei mimi che compiono il gesto di slanciarsi in avanti, immagine che viene ripetuta in alter­nanza inizialmente con un primo piano laterale dei mimi e poi con la fotografia del pubblico di uno stadio; al termine di questo processo, una sorta di dissol­venza incrociata, la voce fuori campo pronuncia per tre volte consecutive la frase «wir können im Endspurt noch den Sieg erringen [possiamo ancora strappare la vittoria nello scatto]» (da 7’ 30” a 8’ 27”, in corrispondenza alle batt. 11-14 della «struttura 3»). La parte finale è dedicata ai tentativi di uscire dalla scatola, che vengono infine bloccati dall’intimazione «Halt!» della voce fuori campo a cui segue la fotografia di una manifestazione politica.

Anche per le scene seguenti (B2, 3 e 4, corrispondenti alle strutture 4, 5 e 6) Markopoulos opera scelte che in parte si lasciano ricondurre a tipici pro­blemi dell’allestimento di un dramma musicale e in parte riguardano aspetti specifici del medium filmico. B2 ruota intorno all’accelerazione dei tempi di vita e all’ansia che in tal modo si produce: i mimi si muovono a scatti all’interno del telaio, chiedendosi affannosamente l’ora o indicandola su un orologio a polso, mentre si ascolta il count down di una stazione aerospaziale. La scena si conclude con la voce fuori campo che dice «Short and full time». Nella versione filmica B3 viene divisa in due parti, che si distinguono sul piano della tecnica di montaggio, della coreografia e delle associazioni tematiche. La prima rappresenta una situazione di panico da cui i mimi fanno disperati ten­tativi di uscire; le inquadrature sono inframmezzate da scritte denotanti emozioni negative – «Trauer», «Angst», «Hass» [tristezza, paura, odio] – e in­fine, quando i mimi si inginocchiano in segno di resa, da una fotografia di un carro pieno di bare sospinto da soldati. In questa prima parte il cineasta rea­lizza un complesso contrappunto trattando in modo paritetico i materiali audiovisivi: rapidi inserti della musica, inquadrature dei mimi prima in agita­zione e poi in movimento rallentato, scritte, immagine del carro funebre. Esaminando la partitura, si nota che Evangelisti ha raggruppato le battute in unità di estensione variabile (da 3 a 6) prescrivendo, al termine di ciascun gruppo, l’emissione di un certo fonema da parte di un mimo; nell’interpretazione di Schoener tali momenti vengono segnalati da una pausa. Pur rinunciando agli interventi vocali dei mimi, Markopoulos tiene fermo al macroritmo della partitura, come mostra tra l’altro la collocazione del punto di volta di questa scena alla fine della batt. 12: qui assistiamo a un breve ritorno del count down, che però muta «six» in «sex» (rafforzato dal passaggio dalla voce maschile a quella femminile), eseguendo una ‘modulazione semantica’ verso l’area dell’erotismo. Questo passaggio tematico è confermato in modo quasi didascalico dalla scritta «Liebe»; l’amore è però alienato, fatto di contatti fugaci, freddi e insoddisfacenti. Questa è la parte più marcatamente narrativa del film.

La «struttura 6», corrispondente alla scena B4, ha una notazione simile a quella che Evangelisti aveva introdotto nel quarto pezzo di Random or not random: le poche volte in cui le parti riportano indicazioni di altezze, i suoni vanno emessi con distorsione; generalmente viene indicato l’ambito registrico, il tipo di movimento del suono (glissando) e modi esecuzioni non convenzio­nali (colpi di chiave, soffio di aria senza suono, parlando dentro lo strumento, legno tratto o battuto, martellato sul tasto con il polpastrello ecc.). L’obiettivo è quello di realizzare un magma sonoro nel quale timbro, dinamica, densità e tempo si modificano in continuazione. La partitura prevede inoltre la sovrap­posizione di tre decorsi scenico-documentari: aggiornamenti della borsa valori, la cronaca dell’arrivo di una corsa a cavalli e frammenti delle scene precedenti. Nella ‘guida’ Nonnis indica un processo di crescente dissociazione dei mimi, che devono collegarsi individualmente o a gruppi ai tre decorsi documentari con continui scambi; il processo, sempre più frenetico, culmina in una disag­gregazione dei corpi dei mimi che vengono illuminati a tratti e per sezioni. Markopoulos sfrutta una pausa nell’interpretazione di Schoener, che corrisponde a una sorta di ripresa dell’inizio (batt. 20), per dividere anche questa scena in due parti: per tutta la prima parte è inquadrato un mimo che scrive affannosamente dei numeri su un taccuino immaginario mentre risuonano i notiziari finanziari e sportivi; nella seconda parte i mimi riprendono in ordine sparso e senza relazione reciproca i comportamenti della guida automobilista, dell’indicazione di orario e della fuga che si erano già visti nelle scene precedenti.

La scena finale dovrebbe rappresentare la glorificazione del sistema e al contempo la preparazione al crollo della scatola, che segue a sipario chiuso dopo una domanda proveniente dalla platea «So recht oder nicht? [va bene così o no?]». La realizzazione di Markopoulos devia da queste indicazioni, con­centran­dosi sulla condizione di imprigionamento dei mimi nella scatola, che ora accenna alle forme di una camera di appartamento. Sul piano musi­cale Evange­listi rimonta qui passaggi delle precedenti strutture e questa corrispon­denza viene messa in evidenza dal regista mediante fotogrammi di Schoener ripreso nell’atto di dirigere. Sul piano semantico la ripetizione dell’intimazione «Bleibt ruhig, Freunde! [state calmi, amici]», alternata alla scritta «Beruhigungsmittel [farmaco tranquillante]», contribuisce a produrre un’atmosfera di rassegnata calma. Markopoulos opta per un finale aperto: su­bito dopo la ripetuta domanda «So recht oder nicht?» i mimi vengono inquadrati seduti nel telaio in abbiglia­mento borghese nell’atto di guardare gli audio-spettatori come se stessero di fronte a un televisore.