Assistant Professor in Architectural and
Urban Composition
DICAR – Dipartimento di Ingegneria Civile e
Architettura
University of Pavia
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COMPLICITY |
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COMPLICITY, UNA
STORIA BASATA SU FATTI CHE ACCADONO REALMENTE COMPLICITY è una riflessione sull’ architettura e i
sui suoi effetti nei confronti degli spazi e della forma della città
contemporanea. La città è intesa come il luogo dell’abitare e gli abitanti
sono coloro che vivono e fruiscono di questo luogo. L’architettura come
spazio di relazione, pubblico o privato, aperto o chiuso, diventa l’elemento
determinante e strategico per disegnare la COMPLICITY. L’architettura della
COMPLICITY tende a creare l’habitat per l’uomo
contemporaneo. Il testo integrale della Complicity è pubblicato sul libro: |
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Scritta
del complice Matteo Cremona |
PROLOGO Negli ultimi decenni una serie di fattori culturali,
sociali ed economici hanno portato cambiamenti sostanziali nell’approccio al
progetto di architettura e al disegno della città. La realtà globale, il dominio della finanza e
dell’economia e nella politica, il culto dell’individuo, hanno infatti
radicalmente trasformato i modelli sociali tradizionali e gli stili di vita,
e con essi le necessità e le aspirazioni dell’uomo contemporaneo, allequali è chiamata a rispondere l’architettura. Gli architetti delle ultime generazioni hanno
reagito in modi differenti a tali cambiamenti. Le scuole più radicate nella
storia hanno cercato di rinnovare la tradizione architettonica, che si basa
sulla divisione netta tra gli spazi pubblici e quelli privati, riportando il
dibattito contemporaneo a temi propri del passato legati alla
rappresentazione e al linguaggio, in una nostalgica continuità con la
tradizione che rassicura ma nello stesso tempo fa vivere l’architetto
contemporaneo con un costante senso di inferiorità verso le grandi
architetture del passato e non consente all’uomo contemporaneo di vivere in
spazi corrispondenti alle proprie esigenze. Dall’altra parte i figli del moderno perseguono
un’utopia che ripone, senza le dovute verifiche, un’ eccessiva fiducia nelle
condizioni della contemporaneità, inseguendo il mito positivista che si
affida alle innovazioni della tecnica e della tecnologia, con la conseguenza
di dover in ogni progetto inventare nuovi paradigmi per una architettura che
assecondando il presente è sempre fuggevole e transitoria. Entrambi gli
atteggiamenti, uno che vive nel passato e l’altro nella continua rincorsa del
presente, sono accomunati dall’incapacità di soddisfare le esigenze reali
dell’uomo contemporaneo e soprattutto di guardare al futuro, sia quello
prossimo che quello più lontano, verso il quale sono ad esempio proiettate le
ambizioni di modelli di vita migliori nel campo esteso della sostenibilità. Eppure mai come oggi l’architettura è territorio di
sperimentazione, le occasioni di costruire si susseguono e le possibilità
offerte dal mercato e dalla produzione offrono tecnologie e materiali
innovativi. La velocità dei mezzi di comunicazione, la globalizzazione, che
ci offre una incredibile pluralità di modelli e di teorie possibili, e la
diffusione di modelli democratici, che dovrebbero garantire la libertà di
formulazione delle idee, hanno in realtà resi confusi i confini della scienza
e del pensiero umano, rendendo ogni espressione possibile e quindi anche
sostituibile, togliendoci ogni certezza nell’agire. Una delle condizioni specifiche della società
contemporanea risiede nel fatto che l’uomo si trova in una condizione
apparentemente di libertà ma nello stesso tempo di generale impotenza verso i
grandi cambiamenti, sia alla scala individuale e che a quella collettiva. Gli
effetti di questa condizione sono evidenti anche nella perdita di significato
collettivo dell’architettura e nella scarsa visione sugli effetti a lungo
termine degli interventi di costruzione, con rovinose ricadute nei confronti
degli spazi collettivi e in generale della città. In questo contesto l’architettura della COMPLICITY tende
a rimettere al centro delle sue questioni l’uomo reale, per costruire nuovi
spazi adeguati per il vivere e l’abitare dell’uomo contemporaneo. Uomo e spazio sono i due termini
fondamentali da cui prende atto l’architettura della COMPLICITY. L’uomo, che
come nel pensiero platonico è la misura di tutte le cose, è il soggetto della
COMPLICITY, lo spazio, inteso come luogo definito formalmente in relazione
alle caratteristiche dell’uomo, è l’oggetto della COMPLICITY. |
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LE CARTOLINE DELLA
COMPLICITY |
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Butch Cassidy e Sundance Kid |
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Il
Concilio degli Dei di Raffaello |
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Gli
effetti del Buon Governo in città, Ambrogio Lorenzetti |
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Lilly
e il Vagabondo |
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Sant’Agostino,
Piero della Francesca |
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Facebook |
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Miracolo
a Milano, Vittorio de Sica |
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La
rivoluzione siamo noi, Joseph Beuys |
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Complessità
e contraddizione in architettura, Bob Venturi |
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Intertwining,
Steven Holl |
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Louis
Kahn, “My Architects” |
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The
Beatles, Concerto sul tetto della Mapple Records |
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Il
Decalogo della Complicity |
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I
complici |
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