Pagina 1 di 5 Film musical? Proposta per una definizione di genere
Marida Rizzuti
IULM - Libera Università di Lingue e Comunicazione Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
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Nel momento in cui muta linguaggio, passando dalla sua natura d’origine, il teatro, a quella cinematografica, il musical è oggetto di una trasformazione; entra in uno spazio intermedio (Iser 2000) di ‘non più’ musical teatrale e ‘non ancora’ musical cinematografico. Generalmente il musical cinematografico è definito ‘film musical’ (Altman 1989; Altman 2004), per differenziarlo da quello teatrale. Tale definizione però appare problematica perché la componente musicale, che è consustanziale all’oggetto preso in esame, rimane spesso in secondo piano nel progetto narrativo. Nel presente testo ho intenzione di tematizzare una differenza di comportamento nei confronti della musica all’interno del film musical prendendo come periodo d’elezione gli anni compresi fra il 1943 e il 1964, perché in questo lasso di tempo il musical convenzionale di Broadway subisce una notevole trasformazione: sul finire degli anni Quaranta le nuove produzioni diminuiscono in maniera netta e prende piede il costume di mettere in scena revival di grandi successi degli anni Trenta e primi anni Quaranta. Inoltre il sistema produttivo di Broadway cambia radicalmente e il nucleo pulsante si sposta da Broadway all’industria cinematografica di Hollywood (La Polla – Monteleone 2002; La Polla 2004). Questo saggio non intende avere un carattere rigidamente classificatorio, né di indicare ‘la definizione’ nei confronti di un genere, il musical, il cui tratto peculiare è la continua trasformazione; il suo obiettivo è di contribuire a una maggiore comprensione del film musical, il cui punto di partenza rimane il ruolo della musica nel passaggio dal linguaggio teatrale a quello cinematografico. One Touch of Venus e My Fair Lady [1] sono due opere significative nella storia del musical perché coprono l’arco temporale prescelto e rappresentano in modo stringente il reciproco scambio intercorso tra Broadway e Hollywood: il musical di Kurt Weill assume il carattere di prototipo perché all’epoca, gli anni Quaranta, è uno dei primi esempi di trasformazione dal teatro al cinema compiuta sotto la supervisione del compositore. My Fair Lady invece assume il carattere del musical di maniera in quanto verso la metà degli anni Cinquanta la golden age del musical volge al termine e nel 1964 iniziano già le prime sperimentazioni che connoteranno poi gli anni Sessanta e Settanta (Hair, Cabaret, Jesus Christ Superstar). [1] One Touch of Venus di Kurt Weill fu rappresentata per la prima volta a Broadway nel 1943, mentre la sua trasposizione cinematografica risale al 1948 (Universal). My Fair Lady, di A. J. Lerner e F. Loewe, fu rappresentata per la prima volta a Broadway nel 1956 per diventare un film della Warner nel 1964. |