Cortile dei caduti

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Questo cortile, che ospitava il portico medico, appartiene al nucleo più antico dell’Università.
Verso la fine del secolo XV Ludovico il Moro destinò all’Università una casa, adiacente all’Ospedale San Matteo, appartenuta ad Azzone Visconti per riunire tutti gli insegnamenti in un unico edificio. Di questa casa, che presumibilmente doveva trovarsi nell’area compresa tra il cortile di Volta e quello dei caduti, rimangono oggi poche tracce: una piccola porzione di paramento quattrocentesco nel muro che si affaccia su Strada Nuova e i resti di tre finestre gotiche al primo piano  nel lato sud del cortile dei caduti.
La casa fu oggetto di ristrutturazioni successive, per renderla adatta alle esigenze dell’insegnamento e probabilmente anche per rimediare ai danni provocati dall’assedio di Pavia del 1525 o dal saccheggio successivo. Nell’ultimo quarto del Cinquecento l’edificio era costituito da «due stanze grandi contigue, da una sola parete separate, ciascuna delle quali ha un ampio cortile co’ portici d’attorno, con molte scuole di sotto e di sopra».
Il palazzo fu soggetto a diverse ristrutturazioni, nel secolo XVII  ad opera dell’architetto Giovanni Ambrogio Pessina e, successivamente, nel XVIII secolo, con una riorganizzazione architettonica e a un ampliamento del complesso, per volere dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria e del suo successore Giuseppe II.

Sul cortile si affacciavano, nell'ultimo quarto del Settecento, il museo e il teatro anatomico di Antonio Scarpa, al pianterreno e il museo di storia naturale di Lazzaro Spallanzani, al primo piano.

 

Ritratto di Antonio Scarpa

Ritratto di Antonio Scarpa

 

Oggi il cortile prende il nome dal monumento dedicato a professori e studenti caduti nella prima guerra mondiale. Sotto i portici si trovano lapidi che ricordano la partecipazione degli studenti dell'Università ad altre guerre.

Last Updated ( Wednesday, 06 April 2011 10:41 )