Giovanni Locatelli - Cortile di Volta, primo piano, lato sud

Monumento di Giovanni Locatelli

Basamento in pietra di Viggiù; lastra in calcare di Saltrio; parti scolpite a basso e altorilievo, iscrizione incisa e dipinta in colore verde 238 ✕ 103 ✕ 20 cm

Iscrizione: Io(h)anni Locatellio,/ qui et Zuccala,/ domo Bergomo,/ doctori philosopho,/ ingenio, eloquentia, probitate/ clarissimo/ eoque nomine/ in plurimas literatorum sodalitates/ cooptato,/ quem auditores lycei magni Ticinensis/ professorem politioris humanitatis/ et aesthetices/ doctum, gnavum, benignum,/ annis septemdecim senserunt/ abreptumq(ue) lacrimis honestavere./ Vixit ann(is) XLVII, dec(essit) Kal(endis) Mart(iis) ann(o) MDCCCXXXVI./ Helena mater, Iosephus frater/ honoris caussa.

Ubicazione: loggiato superiore, parete meridionale.

Personaggio: il cippo che ricorda il Locatelli, vissuto tra 1789 e 1836 e professore di Filosofia, fu donato dalla madre Elena e dal fratello Giuseppe Zuccala. Anche il Locatelli stesso portava il cognome Zuccala, come è testimoniato dal testo dell’iscrizione posta sul monumento. I suoi parenti desideravano un monumento imponente, il Senato accademico ritenne invece che l’opera dovesse consistere in una semplice epigrafe, l’autorizzazione alla realizzazione del monumento provenne però direttamente da Milano. Nell’archivio di Stato di Pavia Luisa Erba ha trovato il testo della richiesta inoltrata dalla famiglia al Governo del Regno Lombardo in Milano: “Giuseppe Zuccala di Bergamo, ossequioso supplica, di poter collocare un monumento a memoria dell’estinto di lui fratello Giovanni, Professore dell’Imp. Regia Università di Pavia, in quella Università, producendo a tal uopo in allegato A l’epigrafe scritta dall’illustre Dr. Giovanni Labus I. R. Epigrafista aulico, e in altro B il disegno del monumento stesso formato dal di lui figlio Giovanni Labus, e ciò a tutte sue spese, e sotto l’osservanza di tutte le prescrizioni che saranno trovate del caso”.

Descrizione: sopra a un basamento rettangolare si trova un’alta lapide di forma trapezoidale ai cui lati sono addossate due semicolonne scanalate. Sopra all’iscrizione vi sono due ghirlande che si dipartono da un unico grande fiore centrale; dalle ghirlande pendono alcuni nastri che si attorcigliano in numerose volute. Nella lunetta sovrastante si trova un libro ai cui lati sono visibili alcuni strumenti musicali e due corone d’alloro.

Datazione: 1837.

Ubicazione originaria.

Stato di conservazione: mediocre; scheggiatura delle pietre e presenza di scritte vandaliche.

Bibliografia: ERBA, MORANI 1977, p. 92.