Giovan Pietro Frank - Cortile dei Caduti, piano terra, lato nord
Lapide di Giovan Pietro Frank
Lastra in marmo di Carrara bianco rosa venato levigato e inciso con iscrizione incisa e dipinta in colore scuro 126 x 78 cm
Iscrizione: Io(hanni) Petro Frank Germano, / Francisci II imp(eratoris) A(ustriae) consiliis / in Ticin(ensi) Athenaeo / clinices ad decennium professori, / nosocomiorum per Insubriam praesidi / quod / politiam medicam primus invexerit, / sapientia sedulitate / alumnos excoluerit perfecerit. / Museo pathologico conlecto, / magistratu med(ico) et clin(ica) chirurgica / Papiae impetratis, / plurimis editis voluminibus, / artem salutarem / novis subsidiis ditaverit / nuperq(ue), Caes(areo) placito Viennam accitus, / ingens Italiae desiderium sui reliquerit. / Io(hannes) de Felice Med(iolanensis) d(octor) / institutoris b(ene) m(erentis) mem(oria) perp(etua) / aere prop(rio) tit(ulum) d(edicavit). / MDCCXCV.
Traduzione: Al tedesco Giovan Pietro Frank, per decisione dell’imperatore d’Austria Francesco II professore di clinica nell’Ateneo pavese, per dieci anni responsabile degli ospedali dell’Insubria, poiché per primo aveva introdotto la Polizia medica [= Igiene pubblica], aveva istruito e perfezionato gli alunni con saggezza e operosità. Fondato il Museo di Anatomia patologica, ottenuti il magistero medico e la clinica chirurgica a Pavia, pubblicati numerosissimi volumi, aveva arricchito l’arte della Medicina con nuovi mezzi e da poco, chiamato a Vienna con placito imperiale, aveva lasciato all’Italia un grande desiderio di sé. Giovanni de Felici docente milanese donò l’epigrafe a proprie spese a perpetua memoria del professore molto meritevole. 1795.
Ubicazione: Pianoterra, parete settentrionale, quarta da sinistra.
Personaggio: Johann Peter Frank nacque a Rotalben nel Baden il 19 marzo 1745; i genitori ne volevano fare un letterato o un avvocato, ma lui intraprese lo studio della Medicina ad Heidelberg, poi a Strasburgo e di nuovo ad Heidelberg, dove si laureò nel 1769. Nel 1785 venne chiamato a Pavia dal principe Kaunitz, Ministro della Casa Imperiale d’Austria, incaricato di riordinare l’Università. Fu successore di Tissot e insegnò dal 1785 al 1793 Medicina teorico-pratica e Clinica medica. Dal 1795 si trasferì a Vienna dove divenne direttore del Primario Ospedale e professore ordinario di Clinica medica. Morì il 24 aprile 1821. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia, Bizzoni, 1878, parte I, pp. 236-239. Pietro Vaccari, Storia dell’Università di Pavia, Pavia, Fusi, 1957, pp. 205-208. Paolo Introzzi, Figure illustri della clinica medica e della ematologia dell’Università di Pavia, in Discipline e maestri dell’Ateneo pavese, Pavia, Università di Pavia, 1961, p. 323. Luigi Bonandrini, Johann Peter Frank, in «...parlano un suon che attenta Europa ascolta». Poeti, scienziati, cittadini nell’Ateneo pavese tra Riforme e Rivoluzione, Pavia, Tipografia Commerciale Pavese, 2000, pp. 288-297.
Descrizione: La lapide di forma rettangolare è priva di qualsiasi elemento decorativo e presenta solamente un contorno formato da una sottile linea incisa. La superficie di colore chiaro è quasi interamente occupata dal lungo testo dell’iscrizione a lettere capitali di colore scuro.
Notizie sulla lapide: La lapide risale al 1795, anno che appare alla fine dell’iscrizione e fu fatta realizzare da Giovanni de Felici, che Frank lodava come uno dei suoi più periti scolari, Essa non si trovava in questa posizione ma, come testimoniano alcune fonti (es. Memorie e documenti, p. 237), era collocata in una delle sale cliniche dell’adiacente ospedale San Matteo. Ed infatti fino al 1877 al suo posto c’era ancora la lastra tombale di Giovanni Ghiringhelli, oggi nel Cortile di Volta, come testimonia l’elenco dei monumenti in cui la lapide di Ghiringhelli è indicata con il numero 30 (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, 1874-1880. Lapidi e monumenti esistenti nella R. Università, 20 giugno 1877; si veda il saggio di Luisa Erba a p. 35). Lo spostamento potrebbe risalire alla metà del Novecento, quando vennero effettuate le modifiche edilizie per l’annessione del San Matteo all’Università.
Datazione: 1795.
Provenienza: Ospedale San Matteo, Sale cliniche della Facoltà di Medicina. Stato di conservazione: Mediocre; presenza di una frattura diagonale che si diparte dal bordo di destra e di alcune parti consumate.
Bibliografia: 1878. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia 1878, parte I, pp. 236-237. 1961. Tibiletti, Monumenti e cimeli dell’Ateneo pavese, Pavia 1961, p. 72. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 59. 1990. Erba, Alma Ticinensis Universitas, Pavia 1990, p. 26, p. 29. 2006. Frank, Memorie I, a cura di Giovanni Galli, Milano 2006, p. 171.