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20201012 Non
occorreva che la crisi dovuta al virus covid 19
colpisse l’umanità per capire che i rapporti di fruizione attuale di generi
fondamentali nella musica colta occidentale, come l’opera, sono cambiati. Se prima
si stava in sale teatrali più o meno grandi, oppure in spazi all’aperto di
grande capienza, come l’Arena di Verona, il grande protagonista dell’oggi è
il computer, che consente a ogni interessato, dal melomane all’appassionato
fino allo specialista, di vedere spettacoli che si sono svolti in ogni parte
del mondo. Basta percorrere qualche itinerario fra i mille possibili offerti
dal sito opera on video (>) per rendersene facilmente
conto. Il teatro d’opera, vero monstrum semiologico di per sé, sta dunque conoscendo una nuova
popolarità, e ha notevolmente allargato i propri confini ricettivi, proprio
grazie ai nuovi media. Nel corso si
sono valutati alcuni fra i principali aspetti della fruizione dell’opera
sullo schermo, particolarmente in relazione al cosiddetto Regietheater (>),
e sulle nuove situazioni che vengono a crearsi nella società tramite i video,
i film d’opera e quant’altro. Si è trattato di capire quanto un progetto
registico mirante, ad esempio, all’attualizzazione, possa supplire alla
mancanza del ‘contatto’ – nell’accezione fàtica di
Roman Jakobson (>),
ma in senso lato: l’opera sta diventando largamente un ‘museo’, venendo a
mancare un rapporto diretto fra il repertorio in via di formazione (non
stabilito, dunque) e il pubblico. Non c’è teatro, ora, che non diffonda
spettacoli in diretta, ma a una maggior estensione del genere fa da pendant il progressivo affievolirsi
della coscienza storica, linguistica e poetica nel pubblico del melodramma
che, fra l’altro, è tra i pochissimi vanti autentici dell’arte italiana negli
ultimi due secoli: questo corso è un primo tentativo di un imponente quanto
urgente restauro. NB: il segno > rinvia a un collegamento
ipertestuale, solitamente un documento in formato pdf; * significa che il testo può essere messo a
disposizione dal docente, previo contatto. Il programma è in fieri, diffuso
in anticipo per favorire la preparazione, e verrà perfezionato solo in
seguito alla conclusione del modulo 20201013 |
20201013
chiarimenti sulla materia del corso e sul programma d’esame (moodle, 25’,
>) Nella
pagina principale del corso (>)
vengono resi disponibili sussidi per conoscere la storia del teatro musicale
nel xix secolo – cronologie
delle opere dell’Ottocento >,
generi nel teatro musicale, 1850-1900 >,
schemi e diagrammi, come quello sulla «solita forma» (wi),
tracciato da Harry Powers, 1983 >;
cfr.: cataloghi 1.a-e). La / il candidata / o dovrà
sapersi orizzontare per grande linee almeno sulla grandi tappe dell’opera dei
secoli xix e xx, studiando nel manuale di Mario Carrozzo, Cristina Cimagalli, Storia della musica occidentale. Dal
Romanticismo alla musica elettronica, 3 voll., Milano, Armando, 2009: pp.
11-56, 11-56, 169-244, e 285-350
(>); chi
non conosce la musica può saltare gli esempi, limitandosi a recepirne il
senso. Esaminerà anche, coi medesimi scopi, l’Avviamento alla
metrica italiana, Avviamento alla metrica italiana, a
cura di Tarcisio Balbo (© 2003), Nicola Badolato, Lorenzo Bianconi (© 2009),
PPT, parte i (>), parte ii (>) e
consulterà il Piccolo
glossario di drammaturgia musicale, 2010 (>),
per reperire i lemmi indispensabili del cui significato non si fosse a
conoscenza Nel
corso è stato preso in esame il rapporto fra i media e la musica, che andrà approfondito
sul libro di Michel Chion, Musica, media, tecnologie
[Paris, 1994], Milano, il Saggiatore, 1996*; pur
non essendo obbligatorio,
si consiglia allo studente
di approfondire la sua conoscenza
dei mezzi di comunicazioni
di massa leggendo le conclusioni
(pp. 383-391) di Convergenza, il cap. 7 (pp.
393-409) e la cronologia (pp. 411-426) di Asa Briggs, Peter Burke, Storia sociale dei Media. Da Gutenberg a
Internet [Cambridge, 2000], Bologna, il Mulino, 2002*. Si richiede allo studente di conoscere la trama (meglio se grazie alla lettura del libretto) e di saper collocare
storicamente le opere prese in esame a lezione seguendo alla lettera le indicazioni della sezione 3.a-f nella pagina del corso (>),
considerando cioè i diagrammi, gli estratti audiovisivi e riferimenti alle pp. disponibili in rete. Studierà la versione italiana (>)
del saggio di Michele Girardi, Remediation or opera on screen? Some Misunderstandings Regarding Recent Research (>), in Musical Listening
in the Age of Technological Reproduction,
a cura di Gianmario Borio, Farnham, Ashgate, 2015, pp.
107-132, dove sono studiati
i casi trattati a lezione. Dovrà inoltre vedere per intero le registrazioni video delle singole opere trattate. Non
vi è più, in tempi di covid
19, distinzione tra non frequentante e partecipante in presenza, a condizione
che la / il candidata /o sia iscritto al corso e abbia visto le lezioni
registrate (>).
La preparazione andrà comunque rifinita per tutti leggendo: Brian Large, voce «Filming», Oxford
Music Online (iii. Theatrical Productions i. Techniques >), Emanuele Senici, Il video
d’opera “dal vivo”. Testualizzazione
e “liveness” nell’era
digitale (>), «Il Saggiatore musicale», XVI/2, 2009 [ma 2010], pp. 273-312,
e Elizabeth Hudson, Moulin Rouge! and the Boundaries of Opera (>),
«Opera Quarterly, vol.
27, nn. 2-3, pp. 256-282 |
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Corsi: 1997-98, 1998-99, 1999-2000, 2000-2001, 2001-2002, 2002-2003-ab, 2002-2003-2, 2003-2004-ab, 2003-2004-2 |